Se i chatbot si mettono al servizio dell’arte: il caso di Firenze

Da anni utili nel settore del digital marketing, come dimostrano le aziende che offrono ai propri clienti il servizio chatbot, l’interazione automatica offre grandi vantaggi. Ma questo strumento, che simula le conversazioni con un essere umano offrendo risposte pronte ad una lunga serie di domande, può essere applicato a innumerevoli settori.

Infatti, proprio questo è ciò che è successo a Firenze, con un progetto che ha dato “voce” ad una delle opere più importanti di Michelangelo: il David.

Grazie all’intelligenza artificiale, oggi è possibile chattare con la famosa scultura risalente agli inizi del 1500, situata oggi nella Galleria dell’Accademia di Firenze.

L’emblema del Rinascimento prende vita grazie alla tecnologia con un progetto ambizioso che regala agli appassionati di arte un’esperienza indimenticabile.

Ma vediamo nel dettaglio come funziona il progetto “Chatta col David” e soprattutto, quali sono le domande a cui l’opera d’arte risponde.

Il progetto Chatta col David: chiacchierata digitale con l’arte

Fino a poco tempo fa, immaginare di poter parlare con un’opera d’arte sarebbe stato impossibile, ma la tecnologia sta raggiungendo mete mai pensate prima. Il progresso tecnologico ha modificato ogni aspetto della nostra vita, e oggi ha cambiato anche il nostro modo di vivere l’arte, rendendolo ancora più interattivo.

L’arte, infatti, con il nuovo progetto “Chatta col David” diventa ancora più interattiva, coinvolgendo il visitatore per regalare una vera e propria esperienza a contatto con le opere d’arte.

Il progetto consiste in un chatbot, sviluppato grazie ad un innovativo software automatizzato in grado di interagire con gli utenti attraverso gli strumenti sviluppati da Querlo. Querlo è la società con base a New York che supporta le istituzioni culturali e le aziende ad avviarsi alla digitalizzazione attraverso le più sofisticate tecnologie. Il chatbot si sviluppa attraverso il sistema del Deep Learning, che consiste nel corso del tempo in un accrescimento progressivo della capacità di risposta agli utenti.

Di conseguenza, il David, chat dopo chat e messaggio dopo messaggio, sarà in grado di conversare con i suoi interlocutori in maniera sempre più esaustiva. È, infatti, capace di imparare nozioni e concetti dalle stesse domande che gli verranno poste.

Per la produzione dei contenuti, la Galleria dell’Accademia di Firenze ha avviato una collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Ha, così, coinvolto un gruppo di studenti del corso di “Didattica per i musei” che, seguito dalla professoressa Federica Chezzi, ha provato a immaginare cosa un turista potrebbe chiedere al David.

“L’idea del chatbot”, spiega Cecilie Hollberg, dal 2015 direttore della Galleria dell’Accademia di Firenze, “nasce dalla volontà di portare questo Museo nella modernità e per essere aggiornati bisogna rivolgersi ai giovani, come gli studenti universitari italiani e non, coinvolti nel progetto, che con la freschezza del loro approccio, dettato da uno spirito libero, sono in grado di comunicare la curiosità verso un’opera d’arte, quindi rendere l’emozione che si prova davanti al David per scoprire cosa realmente rappresenta. Questa esperienza con l’intelligenza artificiale può essere considerata un primo approccio oltre che un modo ludico per attirare l’attenzione di chi non è solito avvicinarsi all’arte”.

Chattare con il David: a quali domande risponde

Il David risponde a domande come: “perché sei considerato un simbolo?”, “cosa ha provato a sconfiggere Golia?”, “ti piace la musica?”, “che tipo era Michelangelo?”, “ti piace Firenze?”, “che lingua parli?”, o ancora “perché sei nudo?”. Ma queste sono solamente alcune delle domande pensate dagli studenti che hanno preso parte al progetto.

Il David esordisce con il messaggio “Benvenuto nel mio chatbot. Sono l’alter ego virtuale del David, scultura di Michelangelo, considerata una delle opere d’arte più belle nella storia dell’umanità. Vuoi chiedermi qualcosa?”.

Ad oggi, sono più di 3500 le domande che sono state poste all’opera d’arte di Michelangelo.