Come cucinare al meglio una calamarata ai frutti di mare

La calamarata ai frutti di mare è un primo piatto, tipico della tradizione partenopea. La pasta che viene usata, ovvero la calamarata, si chiama così per via della sua somiglianza con gli anelli dei calamari. Tradizionalmente, si prepara con un sugo di calamari, ma c’è chi preferisce una variante con i frutti di mare.

La ricetta

Se si vuole preparare una calamarata ai frutti di mare ci si può sbizzarrire scegliendo seppie, moscardini, vongole, cozze, telline, etc., magari da aggiungere ai calamari della versione originale del piatto. Ne esistono molte versioni online o sui ricettari.

Dopo aver pulito bene il pesce che si intende usare, si può passare al sugo, soffriggendo in olio extra-vergine di oliva dell’aglio, aggiungendo anche un po’ di peperoncino, per poi versarvi dei pomodori tagliati a piccoli pezzi.

Si lascia cuocere il sugo per una decina di minuti, e infine si aggiungono i frutti di mare. Se hanno dei tempi di cottura diversa, è meglio aggiungere prima quelli che hanno un tempo di cottura più lungo, di solito per una ventina di minuti, e poi aggiungere gli altri.

Se si scelgono delle vongole e delle cozze, per questo piatto, è meglio lasciarle aprire, cuocendole a parte, e filtrarne l’acqua di cottura,   prima di aggiungerle al sugo.

Quando il sugo è pronto, si cuoce la pasta al dente, e la si versa nel sugo, facendo insaporire il tutto prima di servire, spolverizzando infine del prezzemolo.

Consigli per prepararla al meglio

Ci sono alcuni consigli da tenere presente per preparare al meglio questo piatto. Ad esempio, per la pasta, è meglio scegliere quella trafilata al bronzo, che risulta più porosa e ruvida, così che riesca a trattenere di più il sugo.

Per quanto riguarda i pomodorini da usare, se si vuole essere fedeli il più possibile alla ricetta napoletana, è preferibile usare quelli freschi del Vesuvio, se si riesce a trovarli.

Se non si è del tutto convinti di riuscire a pulire al meglio i frutti di mare, si può sempre chiedere al proprio pescivendolo di farlo, soprattutto se si vuole inserire nella ricetta seppie e moscardini. E’ sempre meglio optare quelli freschi che quelli surgelati, anche se questi ultimi sono già puliti.

Chi lo preferisce, può completare la cottura del piatto al cartoccio, scolando la pasta a metà cottura. Dopo averla aggiunta al sugo e a un po’ di prezzemolo, se ne fa un cartoccio con della carta da forno, per ognuno dei commensali, e li si lascia cuocere in forno in dieci minuti, a duecento gradi, servendoli caldi.